OSSERVATORIO ITALIANO SULLE PARTECIPATE PUBBLICHE: IL 45% DELLE AZIENDE HA MANIFESTATO L’ESIGENZA DI POTENZIARE LA QUALITÀ DEI SERVIZI EROGATI E DI EFFICIENTARE I PROCESSI DI LAVORO

Presentato il report “La gestione nelle Società Partecipate Pubbliche”: le aziende (circa il 40%) che sono dotate di un modello di controllo di gestione registrano le performance economiche migliori. Ivo Allegro (AD di Iniziativa): “Ci aspettiamo dalla politica fondamentali segnali in tal senso in finanziaria”

“Le società partecipate dalla PA sono un tassello fondamentale del nostro sistema economico e dalla crescita delle loro performance dipende una parte rilevante sia della nostra competitività territoriale sia della qualità dei servizi, e quindi della vita, offerta a tutti i cittadini. È fondamentale che governo e parlamento intervengano utilizzando le leve per potenziare la qualità dei servizi erogati e rendere più efficienti i processi di queste imprese”: è quanto afferma Ivo Allegro, l’AD di Iniziativa e membro del CTS nell’introdurre il rapporto dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche dal titolo “La gestione nelle Società Partecipate Pubbliche”, presentato ieri, 17 novembre, a Milano, presso la sede di Borsa Italiana, nel corso del convegno “La performance nelle Partecipate Pubbliche: una sfida per il Paese”, promosso dall’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche, in collaborazione con la management consulting company Iniziativa, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Per Melina Nappi, coordinatrice del Comitato Tecnico dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche: “Le società a partecipazione pubblica costituiscono un tassello fondamentale quanto spesso trascurato della competitività nazionale e della qualità della vita delle persone erogando quei servizi pubblici essenziali in un’economia moderna: dalle utilities ai trasporti, dalla raccolta dei rifiuti all’igiene urbano sino ad arrivare a tantissime attività in ambito culturale e socio-assistenziale. L’obiettivo dell’indagine è di individuare modelli vincenti replicabili su larga scala, la cui adozione favorirebbe l’efficacia e l’efficienza nei processi di erogazione dei loro servizi, fondamentali, appunto, per la qualità della vita dei cittadini, e allo stesso tempo per gestire più razionalmente i fondi pubblici che spessissimo alimentano queste organizzazioni.”

L’Osservatorio, in particolare, ha effettuato un’indagine sullo stato di salute dei modelli organizzativi e delle performance della società a partecipazione pubblica, attraverso la somministrazione di questionari per l’analisi di quattro macro-parametriil sistema di controllo di gestione; la trasformazione digitale; la gestione delle risorse umane; le sfide percepite. Le risposte dei questionari sono state incrociate con i dati di natura economica, finanziaria e di redditività.

La sezione relativa al controllo della gestione, in particolare, ha consentito di comprendere il livello di penetrazione e adeguatezza del sistema di controllo di gestione all’interno delle società. Dalle risposte ai questionari, è emerso che circa il 40% delle imprese analizzate è dotato di un modello di controllo di gestione.

Relativamente alla trasformazione digitale, per il 26,7% delle aziende intervistate, questa ha determinato miglioramenti nella semplificazione dei processi operativi e nella reportistica sull’andamento economico, gestionale e finanziario della società (16,6%). Il report evidenzia, inoltre, che è necessario accompagnare la trasformazione digitale con una revisione dei modelli e dei processi organizzativi, riscrivendo le procedure tradizionali con nuove procedure che prevedono l’uso di strumenti innovativi e digitali.

Per quanto concerne, invece, la gestione delle risorse umane, l’indagine spiega che nonostante il 70% delle società ha dipendenti che provano un senso di appartenenza all’azienda in cui operano, soltanto il 32% delle stesse coinvolge il personale nello sviluppo del piano industriale e nelle scelte strategiche da adottare.

Al primo posto tra le sfide più importanti da cogliere nel prossimo futuro indicate dalle aziende c’è l’Efficientamento dei processi di lavoro (con oltre il 21%), da realizzare integrando i nuovi strumenti digitali e adottando nuove procedure aziendali per la riduzione di tempi e costi. Segue il Potenziamento della qualità dei servizi erogati (20,7%), attraverso la produzione di una reportistica più esaustiva per il monitoraggio delle performance e l’individuazione di azioni correttive in tempo reale. Al terzo posto, tra le priorità date delle società partecipate pubbliche, c’è il Miglioramento del clima organizzativo (14,4%), con politiche di coinvolgimento del personale nei processi decisionali, maggiore visibilità sull’andamento economico -gestionale e sulle prospettive future.

Conclusioni generali:

Circa il 40% delle aziende, per la stragrande maggioranza afferente al cluster grandi imprese, dichiara di disporre di una reportistica periodica sull’andamento economico e gestionale dell’Azienda e registrano contestualmente performance economiche migliori

Lo stesso 40% ritiene che la trasformazione digitale abbia semplificato i processi operativi e concesso l’opportunità di analizzare tempestivamente la reportistica sull’andamento economico, gestionale e finanziario della società. Il personale è fidelizzato all’azienda e richiede di essere maggiormente coinvolto nei processi decisionali aziendali.

Più del 45% delle aziende analizzate ha manifestato l’esigenza di potenziare la qualità dei servizi erogati e di efficientare i processi di lavoroNelle aziende in cui non sono strutturati i sistemi di controllo anche la transizione digitale fatica a completarsi e le performance economiche riscontrate sono più basse. Il personale lamenta il mancato coinvolgimento dei processi aziendali e vi è la necessità di migliorare il modello organizzativo e di introdurre i sistemi di controllo.

“Questa indagine – commenta Ivo Allegro, founder di Iniziativa – è un ulteriore contributo e stimolo che l’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche offre sulla galassia delle società partecipate dalla PA, un universo di oltre 4.200 imprese attive e circa 900.000 occupati che caratterizza da oltre 100 anni l’economia italiana ma che ancora viene vissuto come una realtà residuale. È chiaro, invece, come l’incremento degli standard prestazionali di questo universo rappresenti una sfida per il paese e la misurazione puntuale delle performance, anche in chiave di social impact, è una questione che va affrontata e che richiede un impegno costante e consistente. L’attività dell’Osservatorio si muove in questo senso”.

“l’Osservatorio sulle partecipate Pubbliche ha sviluppato un’analisi di grande interesse – spiega Ulderico Granata, Presidente Capitale di Lavoro Spa.  Il focus sui modelli organizzativi delle società a partecipazione pubblica e del loro stato di salute offre interessanti spunti di riflessione che sono di grande utilità pratica per le società partecipate e che offre indicazioni per modificare i modelli organizzativi.”

Per l’AD di SEA Armando Brunini: “La ricerca conferma che la dimensione aziendale e la massa critica in genere producono approcci gestionali e performance superiori. Nella nostra esperienza di azienda che opera in un mercato competitivo ed anche regolato non rileva la natura dell’azionista; il management è semplicemente teso a perseguire obiettivi di soddisfacimento delle esigenze dei clienti e di creazione di valore per gli azionisti nel rispetto delle aspettative degli altri stakeholder. Sarebbe tuttavia auspicabile un intervento anche da parte del legislatore al fine “migliorare” la disciplina delle partecipate e quindi renderla più efficiente. Infatti, se la normativa di riferimento come la  legge Madia si pone tra le finalità principali la razionalizzazione della gestione dei servizi e l’attuazione dei principi di economicità ed efficienza della gestione stessa, a maggior ragione deve sostenere e favorire lo sviluppo e la competitività delle società partecipate virtuose nei conti e produttive, dando loro maggiori spazi di attuazione, alleggerendone la burocrazia in modo da renderle anche concretamente e pienamente competitive nei mercati in cui operano, al pari delle società a partecipazione interamente privata.”

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