Il flash mob è in programma domenica 4 luglio. Le imbarcazioni che aderiranno all’iniziativa isseranno un nastro rosso sui loro alberi in una flotta solidale
Veliste per un giorno per dire “no” alla violenza sulle donne. Domenica 4 luglio, una rappresentanza di donne ospitate presso la Casa d’accoglienza per vittime di maltrattamenti “Karabà” e del Centro Antiviolenza “Kintsugi” della Cooperativa Sociale Dedalus di Napoli saliranno a bordo delle imbarcazioni della Lega Italiana – Sezione Isola d’Ischia per partecipare al flash mob nazionale, organizzato dall’Associazione “10000 vele Solidarietà”, in difesa delle donne vittime di violenza. L’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica a “cambiare rotta” ed esprimere un tangibile e concreto sostegno alla lotta contro la violenza di genere. Le imbarcazioni che aderiranno, in particolare, isseranno un lungo nastro rosso sui loro alberi quale segno distintivo e di appartenenza a questa flotta solidale.
Le donne delle Case rifugio “Karabà” e del Centro Antiviolenza “Kintsugi” parteciperanno all’iniziativa grazie ad una partnership fortemente voluta e promossa dalla Cooperativa Dedalus e la Lega Navale di Ischia che, attraverso il suo presidente Franco Buono, le ha rese parte dell’equipaggio delle proprie imbarcazioni, a testimonianza che uscire dalla violenza è possibile.
“Domenica 4 luglio – commenta Tania Castellaccio, responsabile Area Accoglienza Donne della Cooperativa Sociale Dedalus di Napoli – saremo in barca per un’iniziativa non solo dalla forte valenza simbolica ma che rappresenta un’importante esperienza formativa: la navigazione a vela, infatti, stimola la collaborazione tra persone che hanno compiti precisi da svolgere in un contesto di bellezza naturale e contatto con la natura e rappresenta un luogo dove concretizzare relazioni di aiuto, recupero dell’autostima, della consapevolezza del sé e delle proprie emozioni”.
“E grazie alla disponibilità della Lega Navale di Ischia – continua Tania Castellaccio– sono in programma ulteriori iniziative in cui coinvolgere le donne ospitate presso le nostre case rifugio e seguite dai nostri centri d’ascolto, attraverso un percorso di cooperazione per uscire dall’isolamento in cui spesso la violenza ti spinge. Azioni quanto mai necessarie. La violenza sulle donne, infatti, è un fenomeno strutturale della nostra società che colpisce una donna su tre e non fa distinzione di età e di condizione sociale. Un fenomeno che in Italia, in questo periodo storico, segnato dal Covid e dall’isolamento, rende le donne, chiuse in casa con i propri aguzzini, ancora più sottoposte alla violenza”.
“Abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa- spiega Franco Buono, Presidente della Lega Navale – Sezione dell’Isola di Ischia– per dare il nostro contributo alla causa. Venire a conoscenza diretta di questo mondo, attraverso il lavoro della Cooperativa Dedalus, e non solo per sentito dire dai media con i racconti di cronaca, ha rafforzato ancor di più il desiderio di dare voce a persone che in molti casi vivono come fantasmi, che sono costrette a stare nascoste, a rinunciare alla propria identità, oltre che alla propria indipendenza. Un mondo di invisibili troppo vasto per restare indifferenti. Mi piace poi pensare che il 4 luglio si festeggia in America la giornata dell’Indipendenza e che attraverseremo un’area marina protetta, come la protezione che queste donne meritano di avere.”
La cooperativa Dedalus è impegnata dal 2001 nell’accoglienza delle donne che subiscono maltrattamenti. Oggi gestisce una casa d’accoglienza per donne maltrattate nel Comune di Napoli “Casa Fiorinda” e una nel Comune di Mugnano “Casa Karabà” (entrambe ad indirizzo segreto). Le strutture ospitano donne vittime di violenza domestica e donne vittime di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale.
Sempre a Mugnano, è stato inaugurato a settembre 2021 lo sportello antiviolenza “Kintsugi” in un bene sottratto alla camorra ed in particolare confiscato al clan dei Casalesi. Qui si garantiscono servizi di ascolto, sostegno psicologico e legale sia per le donne che subiscono maltrattamenti, sia per i loro figli minori.
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